Un mondo a cui a ogni persona siano riconosciuti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale e dagli altri documenti sulla protezione internazionale: è questa la visione e la missione di Amnesty International, fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che lanciò una campagna per l’aministia dei prigionieri di coscienza. Amnesty International conta attualmente quasi due milioni di soci, sostenitori e donatori in più di 140 Paesi. la Sezione italiana di Amnesty, costituitasi nel 1975, conta oltre 80.000 soci. Nata come piccolo movimento è diventata oggi la più grande organizzazione mondiale non governativa e indipendente per la tutela dei diritti umani; ogni giorno decine di migliaia di soci si uniscono in un’azione comune per ottenere dei risultati efficaci. Amnesty svolge ricerche e azioni per prevenire e far cessare gravi abusi dei diritti all’integrità fisica e mentale, alla libertà di coscienza e di espressione e alla libertà dalla discriminazione; inoltre, denuncia gli abusi commessi dai gruppi di opposizione, assiste i richiedenti asilo politico, sostiene la responsabilità sociale delle imprese e si batte per un trattato internazionale sul commercio di armi. Amnesty si impegna concretamente per:- porre fine alle violazioni dei diritti umani: pena di morte, sparizioni, esecuzioni extragiudiziali, processi iniqui, tortura, violazione dei diritti economici e sociali
- difendere i diritti fondamentali delle vittime delle violazioni: prigionieri di coscienza e politici, donne, minori, obiettori, rifugiati, sindacalisti.
Amnesty costituisce una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale, di un’azione efficace in favore delle singole vittime, della copertura globale, dell’universalità e indivisibilità dei diritti umani, dell’imparzialità e indipendenza, della democrazia e del rispetto reciproco.Abbiamo avuto modo di incontrare la responsabile della Sede Amnesty International di Catania: Simonetta Cormaci, che ci parla subito delle “Giornate dell’Attivismo” (avvenuta a Catania lo scorso 26 maggio) che si svolgono continuamente e riguardano l’associazione su tutto il territorio nazionale; queste giornate consistono nel supportare in maniera concreta e attiva una campagna di informazione e sensibilizzazione, chiedendo una consultazione popolare sulle tematiche inerenti alla violazione dei diritti umani, quest’anno l’attenzione ricade sulla campagna Control Arms che dal 2003 chiede un Trattato sul commercio delle armi (ATT) globale, vincolante e in grado di prevenire i trasferimenti internazionali di armi qualora vengano utilizzate per commettere atrocità. Simonetta ci spiega che mentre esistono trattati internazionali che disciplinano il trasferimento di armi chimiche, biologiche e nucleari, non ne esiste uno che regoli quello delle armi convenzionali, quelle più comunemente utilizzate nei conflitti e in contesti violenti. Nel Dicembre 2006, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, 153 governi hanno votato a favore dell’avvio dei lavori per giungere all’approvazione di questo Trattato; e tutto questo è accaduto grazie agli sforzi della campagna Control Arms e dei suoi sostenitori, oltre un milione, che in tutto il mondo hanno firmato la petizione Million Faces a sostegno dell’iniziativa. Durante quest’anno, il Segretario generale delle nazioni Unite, Ban Ki-moon, coinvolgerà i governi in una consultazione in merito al Trattato che si prolungherà fino all’apertura della prossima sessione annuale dell’Assemblea Generale: si tratta di un passaggio critico per il quale Amnesty si mobilita facendo firmare la petizione “Dì la tua”. <
